Alla prima occasione, il cielo di cinque stelle si è spaccato a metà. L’elezione del presidente del Senato ha messo in evidenza che qualcuno, di quel gruppo parlamentare, è lì perché ha capito che le istituzioni a questo punto della vicenda vanno condotte. Il leader Beppe Grillo, con i suoi strali nei confronti di queste persone, ora non può nulla. Perché la Costituzione della Repubblica italiana conferisce agli eletti la libertà dal vincolo di mandato. Loro rappresentano il popolo, non Grillo né Casaleggio. Così, pur essendo difficilissima la situazione degli altri che forse non riusciranno neppure a fare un governo, adesso chi è veramente nei problemi è chi ha ottenuto risultati dicendo che avrebbe aperto il parlamento come una scatoletta di tonno. Per ora ha vinto la scatoletta.

Ora magari quel candidato non eletto, del nostro territorio, manderà un’altra diffida perché non si usi il nome del movimento. Però se il movimento sceglie di fare attività pubblica le regole del gioco sono queste: se ne può parlare, anche quando fa delle figuracce. Quindi, se la risparmi, una diffida, così almeno il ridicolo riuscite a evitarlo.

 

Agostino Quero

Un pensiero su “Due stelle e mezza”
  1. Si però questi “tradimenti” quando sono a favore della sinistra vanno benne, se a beneficiarne è l’altra parte politica si grida allo scandalo.

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