La risonanza mediatica, e politica, riguardante il signore che dormiva in un bagno pubblico qui a Martina Franca ha suscitato scandalo e riprovazione pubblica. Non senza qualche strumentalizzazione.

Crediamo che sia però ingiusto trattare un solo caso e sottacere altre verità più scomode. Come il silenzio che da anni circola in merito alla questione delle assegnazioni delle case popolari dello IACP.

Noi del Martina Sera ci siamo rivolti allo IACP. Abbiamo posto delle domande. E abbiamo ricevuto delle risposte eloquenti.

Martina Franca è assegnataria di poco meno di 200 alloggi popolari. Il problema delle occupazioni abusive è lo zoccolo duro che attanaglia non tanto il nostro territorio, ci dicono, ma l’intera provincia jonica. Dal 2005 al 2011 sono stati segnalati allo IACP un migliaio di casi di occupazioni abusive nell’intera provincia. A Martina, nello stesso periodo una decina. Comunque un numero non irrilevante: sappiamo quante famiglie avrebbero davvero bisogno di un alloggio e conservano la dignità qui a Martina, quasi come se rivolgersi alle istituzioni fosse per questi motivo di vergogna. Invece vi sono persone che la vergogna di occupare abusivamente un appartamento non la conoscono affatto.

Un caso eclatante a Martina Franca segnalatoci a noi dallo IACP: la settimana scorsa una signora residente in un’abitazione dello IACP, (preferiamo omettere la via, possiamo solo dire che è una zona periferica), muore e, puntualmente l’appartamento viene occupato. Abusivamente, s’intende.

In questi giorni anche la faccenda delle case popolari del comune di Milano, occupate abusivamente hanno avuto una risonanza mediatica non irrilevante. E lo sdegno dei milanesi, e degli italiani, con l’aiuto dei media, ha cominciato a prendere piede. Come prevenire le situazioni di occupazione abusiva qui nel nostro paese che, sappiamo, essere perpetrate dalle solite persone, col silenzio delle forze dell’ordine e delle istituzioni?

Il potere di agire, in tal senso, è in capo all’ente proprietario (lo IACP), ma anche del comune che, in quanto a conoscenza di determinate situazioni non legali, potrebbe segnalarle all’ente proprietario. Quest’ultimo può, dapprima sporgere denuncia penale, e poi emettere un “decreto di rilascio”, un vero e proprio sfratto.

Lo IACP ci riferisce che, in realtà, vi sono state tre conferenze dei servizi che l’ente ha messo a punto insieme al Sindaco Ancona e l’Assessore Infante, i quali hanno cercato di risolvere il problema. Ma la questione è molto delicata.

Se gli occupanti, ad esempio, hanno figli minori, verrebbero tirati in ballo i servizi sociali, con conseguenti provvedimenti (allontanamento del minore, ecc.). Qui diventa tutto più difficile. L’allontamento del minore è una misura considerata dalla legge come “extrema ratio” (casi di tossicodipendenza, ecc). Pertanto i servizi, valutando una mera questione di indigenza di carattere economica (occorrerebbe poi fare attenzione se la situazione di indigenza economica sia reale o mistificata dalla famiglia) cerca di trattare con delicatezza il problema cercando di non danneggiare una situazione familiare di per sé problematica (seppur non eccessivamente grave sul versante economico).

Però la legge va rispettata. In realtà vi sono due leggi regionali (la L.R. 54/1984 e la s.m. apportate dalla legge reg. n° 10/2014, art. 20) che consentirebbero una sanatoria per gli occupanti abusivi. La procedura è in realtà molto farraginosa. Ma la possibilità, da parte degli abusivi, di regolarizzarsi c’è. Non si vuole farlo ovviamente.

Il nocciolo della questione: le forze dell’ordine (anche la polizia locale) potrebbero fare maggiore attenzione? Prendere conoscenza delle graduatorie (pubbliche) e, ogni tanto, controllare?  O tutti (forze dell’Ordine e Istituzioni politiche) hanno paura?

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