Nell’ambito delle operazioni di controllo a tappeto dei Carabinieri nei laboratori tessili

Di seguito un comunicato stampa diffuso dai Carabinieri, relativo alla denuncia per due imprenditori cinesi nel settore tessile, i cui laboratori, siti nell’agro martinese, violavano le più elementari norme in materia di sicurezza sul lavoro e di produzione e detenzione di sostanze in cattivo stato di conservazione.

Anche a seguito del recente incendio in un laboratorio di Prato, nel quale sono deceduti dei cittadini cinesi, nella giornata di ieri 12.12.2013, i militari della Compagnia Carabinieri di Martina Franca sono stati impegnati in un servizio straordinario di controllo del territorio finalizzato alla verifica del rispetto della normativa sulla sicurezza dei luoghi di lavoro e della regolarità delle posizioni lavorative del personale impiegato nelle manifatture tessili del centro della Valle d’Itria. L’operazione ha preso spunto da una preliminare attività, frutto di un’osmosi info operativa fra i militari dell’Arma territoriale e quelli dei reparti speciali. Il lavoro di analisi ha consentito di individuare una serie di obiettivi per i quali era necessario verificare la conformità  delle normative di sicurezza aziendale, igienico-sanitarie, nonché la regolarità delle posizioni lavorative degli impiegati. Il servizio ha visto impegnati 30 uomini della Compagnia unitamente a personale del Nucleo Carabinieri Antisofisticazioni Sanità (N.A.S.) di Taranto e del Nucleo Ispettorato del Lavoro Carabinieri (N.I.L.) del capoluogo ionico. I militari sono stati ripartiti in squadre di verifica ed assegnati loro degli obiettivi, raggiunti simultaneamente, allo scopo di evitare possibili chiusure, dopo che ne era stata notata la presenza sul territorio. In particolare, sono stati passati sotto la lente di ingrandimento tre laboratori di produzione tessile gestiti da cittadini cinesi ed un opificio gestito da italiani, tutti situati nell’agro martinese. Nel primo laboratorio di produzione cinese i Carabinieri hanno riscontrato la violazione di alcune basilari norme in materia di sicurezza sui luoghi di lavoro, accertando la presenza di una scala esterna di accesso alla fabbrica priva di ringhiera, pertanto estremamente pericolosa e verificando che le stanze adibite a dormitorio degli operai erano prive, addirittura, dell’impianto di riscaldamento e di corrente elettrica. Inoltre hanno accertato la mancanza del documento di valutazione dei rischi negli ambienti di lavoro e hanno constatato lo stato di degrado e di sporcizia in cui versava la mensa aziendale, formulando una proposta di chiusura dei locali adibiti a cucina al Dipartimento di Prevenzione della ASL di Taranto. Nel secondo opificio, anch’esso gestito da un cittadino cinese, i Carabinieri hanno trovato all’interno della mensa aziendale, 300 kg di cibo destinato alla consumazione da parte degli operai, in pessimo stato di conservazione. Gli alimenti, consistenti in carne, frutta, riso, patate e verdure erano in parte riposte in due congelatori obsoleti e mal funzionanti, in parte addirittura lasciati direttamente sul pavimento. Pertanto, sia i cibi che le bevande che i locali della cucina sono stati sequestrati. A margine dell’attività, è stata verificata la regolarità dei documenti di soggiorno in Italia di 25 operai di nazionalità cinese e la conformità alla legge della loro posizione contributiva. Al termine del servizio, i due cittadini cinesi titolari delle manifatture, sono stati deferiti in stato di libertà alla Procura della Repubblica di Taranto per violazione della normativa sulla sicurezza dei luoghi di lavoro e produzione e detenzione di sostanze in cattivo stato di conservazione e sono state elevate contravvenzioni per un totale di circa 10.000 euro.

Nei prossimi giorni i servizi proseguiranno.

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