Tempo fa, in alcune riunioni del comitato del centro storico, si è parlato della necessità di mettere alcuni cartelli o avvisi per scoraggiare cattive abitudini dei martinesi e non. C’è chi bivacca sulle scalinate di San Martino o sulle panchine in pietra di Piazza XX Settembre scambiandole per depositi di immondizia e c’è chi ha la faccia tosta di appoggiare in fila bottiglie e bicchieri vuoti o semivuoti a fianco dei cestini (evidentemente alzare i coperchi è una operazione faticosa).

Tra favorevoli e contrari c’era una discussione in quanto si riteneva che simili cartelli sarebbero stati brutti e vergognosi, oltre a fare la fine di quei cartelli “divieto di discarica” con l’immondizia buttata appositamente sotto per dispetto.

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C’è chi però questi cartelli, più o meno artigianali, li ha creati e appesi ai portoni delle proprie case. Eccone alcuni, tre, che sono posti a poche decine di metri l’uno dall’altro. Chi in italiano e chi meno segnalano tutti un problema di fondo: la cattiva educazione di chi parcheggia dove non dovrebbe, di chi butta immondizia a tutti gli orari, di chi fa fare cacca e pipì ai cani davanti ai portoni dei vicini, opiniamo, per dei dispetti.

Ci si potrebbe chiedere però: a chi sono davvero fatti quei dispetti inutili? Non danneggiano solo il vicino, ma danneggiano la città e la sua immagine. Perché le strisciate nere di alcol e zucchero che colano come residui di birre e cocktail dai bustoni neri hanno un costo non solo di immagine ma anche materiale: per la precisione ottomila euro per ogni pulizia straordinaria effettuata dalla Tradeco, che sarà inutile appena un paio di giorni – o meglio di nottate – dopo. Tra i commercianti nel centro storico c’è chi ieri ha chiamato i vigili per denunciare la sporcizia e chiedere che si facesse qualcosa: «Chiami l’ufficio ecologia», hanno risposto. Chiamato l’ufficio e segnalati dei grossi cumuli di immondizia hanno risposto dal comune «Stiamo provvedendo». Reiterando le lamentele e segnalando immondizia e puzzo nauseabondo, specie vicino ai tombini, è stato risposto «Speriamo che piova». Il commento finale di chi ha chiamato? «Ho capito» ha detto «state provvedendo a fare la danza della pioggia».

Dev’essere andata bene, perché oggi piove.

Daniele Milazzo

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Un pensiero su “Centro storico e buona educazione”

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