Periodo nero per la banca di credito cooperativo di Alberobello e Sammichele di Bari.

Con le notizie riguardanti presunte infiltrazioni mafiose nel consiglio di amministrazione della banca (poi commissariata da due mesi, a causa di gravi irregolarità gestionali) era arrivato anche l’atto dinamitardo.

E non è stato, quello di giugno, un “normale” atto dinamitardo, secondo varie ricostruzioni. La struttura fortemente danneggiata è quella della filiale di Coreggia, frazione di Alberobello, dell’istituto bancario, ma non è stato portato via niente. Il che, se succede in una banca, è strano. A meno che non sia un furto fallito, come pure è ipotizzato dalla gestione dell’istituto di credito.

Secondo il notiziario online noci24.it alle 2 meno dieci di notte, in quel periodo di commissariamento dell’istituto, sembra che “alcuni uomini travisati da passamontagna siano arrivati all’ingresso della banca a bordo di una utilitaria. Di questi uno ha piazzato l’ordigno dinanzi l’ingresso del bancomat, l’altro attendeva in auto. Non è ancora chiaro se i malviventi abbiamo asportato qualcosa dalla stanza in cui era dislocato l’ATM oppure abbiano lasciato la sede creditizia subito dopo la deflagrazione. Bocche cucite da parte degli investigatori che chiedono il massimo riserbo sulla faccenda. Per la banca invece, tramite dichiarazione rilasciata al nostro giornale dal Vice Direttore Generale Vicario dott. Erasmo Lassandro, si è trattato di «una spaccata non andata a buon fine»“.

Ma il grosso dei problemi, per la banca commissariata, deriva dalle indagini in corso a Bari e Trapani, su presunti intrecci mafiosi che potrebbero avere coinvolto una ex consigliera di amministrazione dell’istituto bancario del nostro territorio, Maria Grazia Susca. Si ipotizzano contatti con Vito Tarantolo, imprenditore siciliano ritenuto prestanome di Matteo Messina Denaro, il capo dei capi, colui che è al vertice della mafia, l’erede di Totò Riina e Bernardo Provenzano.

(foto: fonte noci24.it)

 

 

 

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