Come abbiamo anticipato stamattina, il tribunale di Martina Franca che ha sede a palazzo ducale chiuderà i battenti, al pari di quelli di Grottaglie, Manduria e Ginosa, sedi distaccate del tribunale di Taranto. La spending review riguarda tutta Italia e, di conseguenza, noi. Il 10 luglio ultima udienza penale a Martina Franca. Il problema degli uffici giudiziari, da noi, in realtà riguarda anche il giudice di pace. Di tutto ciò parla la sezione locale Udai (unione degli avvocati d’Italia) nel comunicato che pubblichiamo di seguito:

Il 10 luglio sarà celebrata l’ultima udienza penale presso il Tribunale di Martina.

Con una nota diramata oggi dal presidente Dott. Antonio Morelli del Tribunale di Taranto si è ormai imboccata la via senza ritorno della soppressione del Tribunale di Martina in ottemperanza al riordino degli uffici giudiziari sancito dal decreto legge 138/11 (manovra bis) poi convertito nella L. 14 settembre 2011, n. 148, che prevede appunto la chiusura di tutti gli uffici ritenuti minori.

Se la sorte del tribunale pare irrimediabilmente segnata, dipende invece dal Sindaco Ancona e dalla sua giunta evitare l’accorpamento, mediante soppressione, al Giudice di Pace di Taranto, anche dell’ufficio del Giudice di Pace di Martina.

Per questo motivo si fa ulteriore appello di urgentemente rinnovare la volontà dell’Amministrazione Comunale di predisporre l’istanza di mantenimento dell’Ufficio del Giudice di Pace, che da ultima circolare ministeriale dovrà essere inviata entro e non oltre il 29 Aprile 2013.

Oltretutto, la stessa Amministrazione Comunale ha già individuato nell’ammodernato centro servizi di piazza d’Angiò la nuova sede di proprietà comunale che abbatterà i costi di mantenimento dell’ufficio medesimo. Senza contare la possibilità di consorziarsi con altri gli comuni della Valle d’Itria per sostenere insieme gli oneri economici legati anche al personale necessario. 

C’è grande preoccupazione da parte degli avvocati martinesi in merito alle difficoltà di carattere logistico che comporterebbe il trasferimento nella sede di Taranto, sia in merito al grave disagio che dovranno subire i cittadini per gli aggravi dei costi e per una paventata paralisi al servizio giustizia.

A maggio, intanto, ulteriori due giorni di astensione dalle udienze, accompagnati da una manifestazione nazionale di protesta nella Capitale. L’annuncio dello sciopero è contenuto nel documento conclusivo dell’incontro che sabato ha visto riunirsi a Roma rappresentanti dell’Organismo unitario dell’avvocatura (Oua), del Coordinamento degli Ordini minori e la partecipazione del Consiglio nazionale forense, oltre a una significativa rappresentanza degli Ordini forensi e delle associazioni dei Comuni interessati dal provvedimento di chiusura degli uffici giudiziari.

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