A Martina Franca si tassa anche l’ombra. Andate a chiedere se non sia vero, a quel commerciante che si è visto recapitare dalla Soget (su carta intestata del Comune però) l’invito al pagamento. Deve pagare l’occupazione di suolo pubblico. Il commerciante, secondo la Soget, deve pagare 17 euro circa, perché davanti al negozio ha le tendine parasole, che non sono però basate sul pavimento ma sono di quelle che si abbassano dalla parte superiore della vetrina.

Il commerciante è andato dal suo commercialista il quale ha detto che in questo modo viene tassato il suolo pubblico aereo. Cosa va a finire sul suolo, in senso fisico, tale da dover essere sottoposto a tassazione? Nulla. Al massimo, per l’appunto, ci va l’ombra. Facciamo pagare anche quella, al contribuente?

Dice il commercialista dell’allibito commerciante: fra l’altro, quel negozio è in un immobile con spazio esterno privato, dunque non ci sarebbe neppure, il suolo pubblico da dover pagare. Ma su questo si può disquisire. Incredibile è la vicenda delle tende parasole. Incredibile. Ma possibile, secondo l’imposizione che discende dalla legge 507/1993 e che fa riferimento allo spaio sovrastante, in proiezione del suolo pubblico. Anche se i Comuni possono regolamentare, e dunque, per esempio, decidere di non farla pagare, la tassa sull’ombra. Da noi si paga.

12 pensiero su “A Martina la tassa sull’ombra”
  1. Guardi che non è “a Martina Franca” che si paga per l’ombra (scritto così fa più effetto che scrivere che si paga per l’occupazione di suolo pubblico anche per ciò che non è appoggiato per terra), succede così in tutta Italia.

    Dia una lettura qua:
    http://tinyurl.com/kn6jthu

    Ma pretesti per attaccare l’amministrazione comunale non ne avete più?

    1. Grazie per il suo intervento. Nessuno vuole attaccare nessuno. Stia tranquillo. Ma come potrà leggere attentamente lei, i Comuni possono regolamentare (si fa entro ottobre) e scegliere se far pagare o meno, quella tassa, che giornalisticmente, io, chiamo nella maniera per me più efficace. E se a lei non piace, più che dispiacermi non posso. (agostino quero)

  2. Dott. Quero, ha ragione l’amico kim. Personalmente spero che arrivi a tutti i commercianti e imprenditori, oltre a una nutrita parte di cittadini privati che utilizzano tali strutture, la richiesta economica di occupazione di suolo pubblico….lasciamo lavorare questa amministrazione nel modo che più ritiene opportuno…….

    1. Grazie per il su intervento. Che mi sembra più ricco di contenuti rispetto a quello da lei richiamato di tale kim, impegnato più a difendere l’amministrazione comunale da attacchi inesistenti, che a esprimersi sulla natura dell’imposizione. Dal mio punto di vista, credo che il suolo sia ciò che si calpesta. Poi facciamo quello che vogliamo. E questo notiziario deve tenere conto, oltre che di coloro intenzionati a vedere allargata la platea dei contribuenti, anche di chi, per quel tipo di imposizione, ci è rimasto un po’male. Opinioni rispettabili tutte. E tutte le descriviamo. (agostino quero)

  3. Certo, l’importante,però, è che non si dica che questa amministrazione, per il tramite del dirigente Merico, non ha aumentato le tasse in un momento di particolare difficoltà economica dovuta alla crisi……quindi, più che sulla corretta applicazione del legge di riferimento, richiamo l’attenzione del notiziario sulle spese di notifica delle multe dei vigili…….. forse più alte di quelle chieste da Equitalia……

  4. scusate ma se l’art. 63 del D. Lgs. n. 446/97 che parla, appunto, di possibilità di istituire un canone, più precisamente l’art. 63, 1° co, del cit. decreto dispone che: « I comuni possono, con regolamento adottato a norma dell’articolo 52, ESCLUDERE l’applicazione, nel proprio territorio, della tassa per occupazione di spazi ed aree pubbliche,NON SAREBBE COSA BUONA E GIUSTA IN QUESTO GRAVE PERIODO DI CRISI ACCINGERSI AD ESCLUDERE QUESTO CANONE ……

    1. Quando poi ti aumentano le tasse (in tempo di crisi) per sopperire alla diminuzione del gettito di cui parli, non lamentarti poi.
      Tutti bravi a dire che le tasse dovrebbero essere dimunuite, poi i servizi li pretendono.

  5. Le procedure adottate sicuramente saranno corrette e previste dal regolamento in materia. Non si può omettere di rilevare, però, che non è un obbligo dell’amministrazione applicarla ma una possibilità per fare cassa. E’ notizia di questi giorni che la pressione fiscale locale dovuta al federalismo fiscale è aumentata del 500%, oltre a quella nazionale che è anch’essa aumentata. Di contro c’è una recessione. Mi chiedo: come faranno gli imprenditori a pagare ques’altro balzello? Potrà essere la scintilla che porterà molte imprese a decidere di chiudere bottega? Se il limitatissimo margine di guadagno degli imprenditori lo devono ulteriormente ridurre per soddisfare questo balzello, la loro soluzione sarà certamente la cessazione dell’attività! Senza offesa per gli imprenditori, ma mi sembrano rivestire in questo momento la figura delle vittime sacrificali. Il regolamento della TOSAP deve essere redatto dalla politica che in questo momento può certamente decidere di modificarlo e soprassedere nalla richiesta. Come esistono i sistemi per procacciare le entrate, come quello di cui si discute, c’è l’obbligo per la pubblica ammnistrazione di rivedere le spese e procedere al loro taglio. Un comune a noi vicino è balzato alla cronaca nazionale per aver digitalizzato tutte le procedure, sistema che consente di risparmiare in termini di spese materiali e soprattutto di spese del personale, ottenendo anche risultati certi in termini di procedure. Consiglierei all’amministrazione di adottare questo percorso oltre a quello di far comprendere ai dipendenti del comune di essere dei privilegiati ad avere un posto di lavoro, invitandoli a rinunciare alle premialità che nel privato non esistono neanche nei periodo di economia florida. Bastarebbe un po’ di buon senso!!!

  6. Una cosa è la tassa tosap, dlgs 507/93 in vigore a Martina, un’altra cosa è il canone COSAP, dlgs 446/97; entrambi hanno in comune l’approvazione da parte del consiglio comunale del regolamento e delle tariffe che, probabilmente, vengono redatti dal dirigente. Cosimo di cosa stiamo parlando, della normativa in vigore a Martina o di cosa?
    I dirigenti a cosa servono, devono assistere la politica o la politica è autonoma e quindi è inutile pagare i dirigenti?
    Ripeto, forse è più utile verificare le spese di notifica delle multe……

    1. Grazie per il suo intervento. Lo faremo al più presto. Ci dia qualche elemento di valutazione, nel frattempo, se le è possibile. Ad esempio, in che misura percentuale incide rispetto al costo “vito” della multa, la spesa di notifica. O se ha una cifra fissa, qual è. (agostino quero)

  7. Se sulla tenda è incisa una pubblicità,ad esempio il nome dell’azienda,si paga la tassa sulla pubblicità.

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