Di seguito un comunicato diffuso da Martino Scialpi, che fra l’altro ha anche scritto una lettera ai ministri Massimo Bray (Attività culturali) e Fabrizio Saccomanni (Economia) e al presidente del Coni, Giovanni Malagò:

Verità nascoste, giustizia falsata: un regolare tredici al Totocalcio negato da 32 anni, il calvario di un uomo e della sua famiglia è il titolo della conferenza stampa che Martino Scialpi terrà martedì 9 luglio, a Roma presso la sede del Coni, in largo Lauro De Bosis, con inizio alle 10,30. Insieme a lui il suo avvocato, Guglielmo Boccia.

I due parleranno dei recenti sviluppi del caso Scialpi dopo l’atto di precetto inviato al Coni affinché ottemperi al pagamento della somma assegnata un anno fa al tredicista dal Tribunale di Roma. Com’è noto, Martino Scialpi realizzò un importante tredici nel concorso del 1 novembre 1981. Il Coni non ha però mai voluto liquidargli la somma dovuta nonostante la schedina sia stata riconosciuta autentica ed esigibile da una sentenza del Tribunale di Taranto del 1987, passata in giudicato, i cui principi di diritto sono stati recepiti nel 1991 da una sentenza della Cassazione.

«È clamoroso che il Coni, in un procedimento civile in corso, prenda oggi le distanze dal nostro reiterato invito a presentare i verbali delle operazioni di verifica delle schedine dicendo che si tratta d’un fatto nuovo» dichiara l’avvocato Boccia. «Eppure l’ente sa benissimo che solo quei verbali possono documentare la sua pretesa di non aver rinvenuto la matrice della schedina giocata da Scialpi nel suo archivio corazzato di Bari. Avrebbe dovuto presentarli già nei precedenti processi, e soprattutto consegnarli alla Guardia di Finanza che, anche perché indotta in errore dalla mancanza di quei documenti, stilò nel 1983 un rapporto che causò il rinvio a giudizio di Sciapi con accuse poi sconfessate dal Tribunale di Taranto. Oggi assistiamo all’assurdità della riproposizione in un altro giudizio, da parte dell’avvocato del Coni, di quel rapporto della Finanza ormai privo d’ogni valenza giuridica, mentre invece l’ente prende le distanze dal suo dovere, fin dal lontano 1981, di fornire i documenti che comprovano la sua pretesa che altrimenti resta indimostrata».     

Scialpi intanto ha scritto una lettera aperta ai ministri delle Finanze e dei Beni culturali, Fabrizio Saccomanni e Massimo Bray, i cui dicasteri sono competenti rispetto al Totocalcio e al Coni, nonché al presidente dello stesso Coni, Giovanni Malagò. La lettera aperta, della quale si allega il testo integrale, è inviata per conoscenza al ministro della Giustizia, Anna Maria Cancellieri. In essa il tredicista chiede di riconoscere il suo diritto perché comprovato dagli elementi probatori e di giudizio, e di fare definitivamente chiarezza rispetto ai comportamenti del Coni. Ulteriori comunicati stampa approfondiranno e aggiorneranno i contenuti della vicenda.

Di seguito uno stralcio della nota con cui il Coni ribadisce che Scialpi non ha diritto alla vincita:

“Non esiste alcuna sentenza del Tribunale di Taranto, della Corte di Cassazione o di qualsiasi altro Giudice che abbia accertato il preteso diritto del sig. Scialpi al pagamento di una vincita al Totocalcio. Al contrario, il sig. Scialpi è sempre uscito soccombente da tutti i giudizi intentati al Coni negli ultimi 32 anni”.

“Pretese identiche a quelle vantate ancora oggi sono state respinte con sentenze del Tribunale di Roma del 1983 e della Corte d’appello di Roma del 1985, passata in giudicato. Avverso tale ultima pronuncia il sig. Scialpi ha proposto ben tre domande di revocazione, tutte respinte dalla Corte d’appello di Roma con sentenze confermate dalla Corte di Cassazione (da ultimo nel gennaio 2012)”.

 

“L’atto di precetto notificato al Coni pochi giorni fa è radicalmente nullo poichè basato, come ben sanno il sig. Scialpi e il suo legale, su un’errata ordinanza del Tribunale di Roma del 9 febbraio 2012, prontamente revocata il 14 marzo successivo dallo stesso Tribunale, che ha respinto anche un’ulteriore istanza del sig. Scialpi con ordinanza del 2 novembre 2012, ribadendo che ogni possibile domanda di quest’ultimo è ormai coperta da giudicato favorevole al Coni”.

 

“Il Coni continuerà a tutelare il denaro pubblico che gestisce dai tentativi di aggressione del sig. Scialpi e riserva ogni iniziativa in relazione alle offensive e calunniose dichiarazioni dello stesso e del suo avvocato”.

 

Un pensiero su “Tredici negato: guerra di comunicati”
  1. conosco personalmente il sig, scialpi,al quale va la mia ammirazione,per aver in tanti anni portato avanti ed all’attenzioni dell’opinione pubblica,un episodio verificatosi piu’ di 30 anni fa.un avvenimento che oso definire per il sig, scialpi”devastante”nel senso che gli ha sconvolto letteralmente la vita.il fatto lo conosciamo tutti a martina,il fatto strano e’che non se ne sia parlato abbastanza a livello nazionale,eppure dovrebbe riguardarci da vicino,se pensiamo che potrebbe capitare a chiunque effettui una giocata ed in qualsiasi modo.lo stato deve garantirci in ogni situazione,cosa che non sempre avviene,ma in particolar modo dovrebbe farlo ogni qual volta,un cittadino con il puro e semplice miraggio”di tale trattasi alla fine”gioca ingrossando le entrate dello stato medesimo.il sig scialpi,andrebbe vistosamente appoggiato,considerato anche il fatto che per questa storia infinita,ha prosciugato probabilmente anche quello che di suo ha guadagnato in tanti anni di faticoso lavoro.

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