Ieri una parte dell’apparato comunale è stata impegnatissima per la questione dello stadio, Cisì, della Tares non sapeva dire cose specifiche. Secondo noi viene prima la Tares e poi il calcio. Comunque ieri è andata così.

Nessuna informazione specifica, ieri, è giunta da palazzo ducale. Non ci sono informazioni sulla procedura che si sta seguendo, che poi è una sola e che l’amministrazione comunale deve seguire: andare a chiedere alla Tradeco i dati certi, per l’elaborazione della nuova tassa che sostituisce la Tarsu. La nostra insistenza deriva dal fatto che occorre esercitare un controllo serratissimo, perché l’amministrazione comunale, già nei giorni scorsi, stava per varare un provvedimento di determinazione della Tares senza essere in possesso dei dati certi, previsti dalla legge.

Dunque, dispiace dirlo ma non ci si può fidare.

Il precedente è grave e se non fosse stato per questo notiziario che se ne è accorto e ha diffuso la notizia, oggi i contribuenti di Martina Franca si troverebbero a pagare i rifiuti per l’annualità 2013 senza neanche sapere il perché delle cifre loro imposte. Siccome sono otto milioni 151 mila euro, ce li devono giustificare centesimo per centesimo. Altro che stime.

I numeri esatti, questa è l’unica cosa che serve per determinare la Tares. Li deve dare la Tradeco, che gestisce il ciclo dei rifiuti. E li deve dare disaggregati, ovvero voce per voce (numero di dipendenti, quantità di rifiuti, eccetera) per arrivare alla determinazione del costo del servizio. Nelle scorse settimane, nella prima inaccettabile stesura della proposta di delibera da sottoporre al consiglio comunale, i responsabili degli uffici avevano scritto che la Tradeco, pur dovendo fornire i dati per legge, non li forniva anche se più volte sollecitata. Un’amministrazione pubblica che deve tassare i cittadini e che è incapace di andarsi a prendere i numeri da chi li deve fornire, si qualifica da sé. Ma questo tipo di valutazioni, semmai, a cose fatte.

Adesso c’è l’urgenza di avere questi dati dal gestore del ciclo dei rifiuti, verificarne l’attendibilità (lo dice la legge) e poi andare a determinare la Tares, con delibera del consiglio comunale. Va fatto tutto entro il 30 giugno. Una corsa contro il tempo, dunque: con oggi mancano tredici giorni ai quali ne vanno sottratti quattro dei finesettimana. Una corsa contro il tempo, ora, perché prima si è sbagliata procedura. Si è perso tempo, a non rivendicare con la dovuta forza, nei confronti della Tradeco, le cifre esatte. Un obbligo morale (a parte il dovuto rispetto della legge) che l’amministrazione comunale doveva sentire, nei confronti dei cittadini ai quali poi andrà a chiedere i soldi per quella tassa. Soldi che, non in casi sporadici, non ci sono. Un obbligo morale che l’amministrazione, con i suoi errori e i suoi ritardi, ha mostrato di non sentire.

Ma con la Tares non si gioca. Sia chiaro a tutti. Risposte certe e immediate dall’amministrazione comunale, servono ora. Neanche più urgenti: immediate. Altrimenti siano altri organi a intervenire.

Agostino Quero

4 pensiero su “Tares: non si gioca”
  1. Visto che non c’è alcun contratto, perchè il servizio non viene temporaneamente affidato ad imprese che prendono la metà di quello che spende il comune di Martina con la Tradeco? E’ facile fare l’ordinanza con la scusa dell’urgenza della tutela dell’igiene e della salute. L’urgenza dura da dieci anni!!! La Tradeco fa l’impresa e quando ha il monopolio detta la legge cioè le condizioni cioè il prezzo!!! Il Sindcao è uomo di notevole esperienza economico-finanziaria e la legge della domanda e dell’offerta la conosce bene!!!

  2. questi del comune quando gli conviene applicano le norme quando nn gli conviene fanno l’orecchio da mercante

  3. Lo volete capire o no che non è cambiato nulla. Che neanche questa amministrazione è capace di abbattere determinati poteri.

  4. Ma a Martina Franca esistono o no le associazioni dei consumatori? A me sembra di sì, ma della questione della TARES nonsi sono proprio interessate? E cosa difendono? Non i diritti dei consumatori e dei cittadini. Bravi! Vergogna! Che vi siete adeguati anche voi?

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