Forse non tutti sanno che San Valentino viene istituita come festa per sradicare un antico rito pagano. Si narra che gli antichi romani organizzassero il 15 di Febbraio la festa con cui celebravano i momenti più importanti del ciclo agricolo e pastorizio. Ebbene, Febbraio era un mese particolare, che segnava il passaggio dalla stagione invernale a quella primaverile. Le prime gemme erano pronte a fiorire, mentre negli ovili già nascevano gli agnelli, e i lupi, affamati dal lungo inverno, scendevano a valle in cerca di cibo, minacciando i greggi. Così i romani, che con i lupi avevano indubbiamente un rapporto di odio – amore, per via della lupa che allattò i famosi gemelli, si rivolgevano al loro dio della natura selvaggia in cerca di protezione. Il suo nome era Lupercus, un fauno cacciatore di ninfe. In suo onore veniva celebrata una ricorrenza che prevedeva oltre alla rappresentazione nel lupercale, offerta al dio, anche una “simpatica” lotteria a sfondo amoroso e sessuale. I nomi delle giovani vergini e quelli dei giovani aspiranti uomo-lupo erano estratti a sorte, da due ampolle, e create così coppie che avevano l’obbligo di restare un anno insieme per provvedere alla fertilità di tutta la comunità, dovevano riprodursi. Il culto di Luperco era molto sentito ed i Lupercali rimasero una ricorrenza significativa per i Romani, anche dopo l’avvento del Cristianesimo. La chiesa però non la porterà oltre il V secolo d.C. , non tollerando l’indecenza del rituale, sarà papa Gelasio I, nel 496 d.C a sopprimerla e sostituirla con il giorno in cui si ricorda San Valentino. Il giovane Santo era vescovo di Terni, poi suo patrono dal 1644, e come tale professava la fede cristiana nell’epoca delle persecuzioni nel sacro romano impero, pagano e politeista. Accadde che egli non solo convertì al cristianesimo un filosofo romano di nome Cratone, ma contro ogni legge del tempo sposò una coppia di giovani innamorati (tale fanciulla di nome Serapia con un centurione romano non meglio identificato), andando contro l’editto di Claudio II, che vietava il matrimonio con le fedeli cristiane. Per questo il vescovo fu giustiziato, poi fatto santo e commemorato, dal 496 d.C. in concomitanza con la festa dei lupercali. La leggenda narra che poco prima di essere giustiziato, Valentino fece un grande miracolo. Il 14 febbraio lasciò un bigliettino alla figlia non vedente del suo carceriere, di cui si era platonicamente innamorato, sul foglio era scritto “dal tuo Valentino”. Ella lo lesse e ritrovò la vista. Da questo episodio sembra derivi l’usanza di scambiarsi messaggini d’amore nel giorno di San Valentino.

Di Evelina Romanelli

Evelina Romanelli è nata a Martina Franca, laureata in Lettere presso l'Università di Bari con una tesi sul comparto manifatturiero della cittadina della Valle d'Itria. Il lavoro diventa libro "Il Made in Italy in Valle d'Itria", presentato a Milano, capitale della moda. La passione per la scrittura l'avvicina nel 2013 all'editoria, anno in cui comincia la sua collaborazione con il gruppo PugliaPress, dai siti online (Martinasera, PugliaPress, Invalleditria) ai cartacei (Pugliapress e Voce del Popolo) e non ultima la trasmissione televisiva Piazza Pulita. Sua la cura dei libretti da sala per il Festival della Valle d'Itria e la redazione di una recente storia sul dancing La Rotonda. Concretizza il suo lavoro con il conseguimento del tesserino da giornalista pubblicista nel 2015. Attiva collaboratrice della Fondazione Nuove Proposte Culturali, per cui segue i comunicati stampa per le manifestazioni organizzate, è addetta stampa del Comitato Centro Storico di Martina Franca. Definisce il suo rapporto con la scrittura "Un'intima relazione d'amore in cui le mani hanno il potere di leggere il cuore" .

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