Che il fenomeno del randagismo a Martina Franca sia una piaga in continuo allargamento è fatto oramai risaputo. Chiunque abiti o bazzichi ad esempio nell’agro o in zone di periferia, sa benissimo che ci sono veri e propri branchi di cani in continuo movimento, molto spesso in cerca di cibo. La ricerca del cibo passa poi inevitabilmente per i cassonetti della raccolta rifiuti, ed ecco che i cani stazionano nei pressi degli stessi, azzannando i sacchetti e gettandone il contenuto per terra, sporcando, dando una pessima immagine e molestando i cittadini. Chiedere agli abitanti di Contrada San Paolo per avere una conferma del problema.

Abbiamo volutamente escluso il pericolo di attacco per gli uomini, perché molto spesso i cani in questione hanno tutt’altro comportamento, – molto più pacifico e accomodante – ma non tutti amano gli animali, e quindi anche la semplice vicinanza può arrecare fastidio. Non si contano infatti le segnalazioni sul web riguardo al problema randagismo, che sta vivendo un trend di continuo aumento, determinato “da un’eccessiva proliferazione canina, che ha notevolmente incrementato il fenomeno nel comune di Martina Franca”.

La situazione in città è piuttosto difficile, se ne sono accorti tutti – anche a Palazzo Ducale – e lo dimostra il fatto che si sta attuando un provvedimento di emergenza, volto appunto a porre almeno un freno alla crescita della popolazione canina in città. Il provvedimento nasce anche sulla base di un’altra problema: quello del canile sanitario di contrada Paglieroni, ormai “divenuto inadeguato dal punto di vista dimensionale”, e quindi non più adatto a incamerare nuovi ingressi.

Il provvedimento di emergenza è in sintesi quello di sterilizzare i cani e reimmetterli nel territorio. L’Amministrazione, vista la Legge Regionale n.12 del 3 aprile 1995 che dispone che “Le autorità sanitarie locali possono disporre la reimmissione sul territorio di provenienza degli animali sottoposti a preventivo intervento di sterilizzazione. Il Comune provvede a effettuare una polizza per eventuali danni”, ha dato mandato ad un’azienda assicuratrice del leccese per la copertura delle responsabilità civili derivanti da eventuali danni e/o incidenti provocati dai cani reintrodotti sul territorio comunale, per un numero massimo di 100 cani.

Data la necessità e l’urgenza di provvedere in merito, le cagne vaganti sul territorio comunale devono essere prelevate e sottoposte a sterilizzazione chirurgica a cura dal Servizio Veterinario della A.S.L. di Martina Franca, e, “dopo il necessario periodo di degenza presso il canile sanitario sito in contrada Paglieroni, devono essere iscritte all’anagrafe canina ed identificate mediante microchip, e quindi reimmesse sul territorio di provenienza”.

L’Amministrazione invita poi tutti i proprietari di cani, entro tre mesi dalla data della presente, qualora non lo abbiano già fatto, ad iscrivere il proprio cane all’anagrafe canina, proprio per avere un quadro costantemente aggiornato sulla popolazione canina di Martina Franca.

Il provvedimento è di sicura utilità, in quanto porrà un freno alla proliferazione della popolazione randagia, ma un dubbio persiste, perlomeno nel breve termine (che è poi quello che interessa strettamente i cittadini, nda): il problema “randagismo in città” resterà comunque di una certa entità per parecchio tempo, visto che il canile comunale è ormai saturo e la popolazione attuale non può certo essere abbattuta in toto. A Martina mancano strutture adeguate a fronteggiare adeguatamente il problema (basti pensare ad esempio al servizio di custodia affidato alla struttura di Toritto-Quasano, nel barese) e il “tamponare” le emergenze con interventi straordinari, come la sterilizzazione delle cagne – per quanto sia utile – non aiuta certo a risolvere definitivamente la questione.

Carlo Carbotti

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