Il Procuratore di Taranto si è soffermato su diverse inchieste in corso relative all’inquinamento ambientale, assicurando che sono in corso numerosi accertamenti per rilevare ogni tipo di reato ambientale.

‘Sicuramente entro febbraio trasmetteremo gli atti al gip” con le richieste nei confronti dei 53 indagati dell’inchiesta per disastro ambientale a carico dell’Ilva. Lo ha riferito il procuratore di Taranto, Franco Sebastio. “Abbiamo esaminato gli interrogatori resi dagli indagati – ha aggiunto – e le memorie difensive presentate. Stiamo facendo le valutazioni finali. Contiamo di chiudere con le richieste di rinvio a giudizio o altro entro febbraio”.

Tuttavia, per il procuratore non c’è solo l’Ilva da tenere sott’occhio in tema di inquinamento ambientale. Come riferisce la testata giornalistica online inchiostroverde.it, diretta da Alessandra Congedo, nel corso dell’incontro durante il quale si è fatto il punto sulla situazione dei reati nella provincia jonica, (ne parliamo a parte), il procuratore ha affermato : “Vi posso assicurare che sono in corso accertamenti nei confronti di tutte le possibili fonti inquinanti. Qui le sindromi monomaniacali non esistono”.
Sebastio ha riferito che l’esame delle carte relative all’inchiesta Ambiente Svenduto – oltre cento faldoni – sta terminando. Entro fine mese (potrebbe essere questione di giorni), gli atti saranno trasferiti al Gup (Giudice udienza preliminare) con le richieste di rinvio a giudizio ed altri eventuali provvedimenti.
Nel capitolo riservato ai reati ambientali, il procuratore si è soffermato più sugli aspetti qualitativi che su quelli quantitativi. Su sollecitazione della stampa, i riflettori sono stati puntati soprattutto sul caso Ilva. Mentre si sta giungendo al rush finale sul fronte dei rinvii a giudizio, continua l’attività di approfondimento della Procura su altri punti. «Adesso stiamo procedendo a svuotare gli armadi – ha spiegato il Procuratore – ma il nostro lavoro continuerà rispetto ad elementi sopravvenuti che saranno presi in debita considerazione. Ci sono altre carte che non verranno buttate nel cestino e che avranno risposta in termini processuali, com’è giusto che sia».
Sebastio ne ha approfittato per tornare su un tema a lui molto caro: rivendicare il ruolo svolto dalla magistratura ionica nei confronti dell’inquinamento prodotto dall’Ilva, anche in tempi meno recenti. “Dire che a Taranto ci siamo svegliati solo ora, dopo aver dormito per anni, è un’accusa ingiusta nei nostri confronti  – ha sottolineato il Procuratore – la prima sentenza risale al 1982. C’è stata una costante attività da parte dell’autorità giudiziaria locale». Cosa che Sebastio ha dovuto dimostrare anche nei Palazzi romani, nel corso delle audizioni tenute in Parlamento, dove ha documentato l’impegno della Procura ionica al fine di liberare il campo da troppi e inopportuni pregiudizi. «L’ultima volta che sono stato a Roma – ha detto – ho lasciato pacchi di carte».

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