Erano circa le undici stamattina.

Un tubo di metallo, lungo circa un mertro e mezzo  e del diametro di otto centimetri, è precipitato da un’impalcatura posizionata a rifosso di una palazzina in viale della Libertà. In quel palazzo si stanno effettuando dei lavori per la messa in sicurezza (pensa che paradosso) di rimozione dell’eternit presente sul terrazzo.

Il tubo caduto per una fortuita coincidenza non ha colpito una passante che un attimo prima si era fermata per guardare una vetrina. Il forte rumore ha spaventato la donna che si è ritenuts miracolata.

Pura casualità o leggerezzza commessa da chi stava lavorando, oggi per poco, e per fortuna, non abbiamo parlato di un vero dramma.

Che sia andata bene non può non far richiamare, di continuo, ad una maggiore sicurezza e un maggiore controllo, sul lavoro e in ogni altra circostanza (i casi degli ultimi giorni sono al centro del dibattito). Quello odierno è un esempio in più: la sicurezza prima di tutto.

(foto: il palazzo dal quale è caduto il tubo: non vi sono protezioni)

Di Evelina Romanelli

Evelina Romanelli è nata a Martina Franca, laureata in Lettere presso l'Università di Bari con una tesi sul comparto manifatturiero della cittadina della Valle d'Itria. Il lavoro diventa libro "Il Made in Italy in Valle d'Itria", presentato a Milano, capitale della moda. La passione per la scrittura l'avvicina nel 2013 all'editoria, anno in cui comincia la sua collaborazione con il gruppo PugliaPress, dai siti online (Martinasera, PugliaPress, Invalleditria) ai cartacei (Pugliapress e Voce del Popolo) e non ultima la trasmissione televisiva Piazza Pulita. Sua la cura dei libretti da sala per il Festival della Valle d'Itria e la redazione di una recente storia sul dancing La Rotonda. Concretizza il suo lavoro con il conseguimento del tesserino da giornalista pubblicista nel 2015. Attiva collaboratrice della Fondazione Nuove Proposte Culturali, per cui segue i comunicati stampa per le manifestazioni organizzate, è addetta stampa del Comitato Centro Storico di Martina Franca. Definisce il suo rapporto con la scrittura "Un'intima relazione d'amore in cui le mani hanno il potere di leggere il cuore" .

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