Oggi al cimitero di Martina Franca si spengono le luci delle lampade votive. Motivi non solo amministrativi, ma di sicurezza, come ha anche detto il sindaco in consiglio comunale, impongono questa scelta.

Franco Ancona ha preso questa decisione sulla scorta di alcune perizie tecniche: gli impianti, così come sono, rappresentano un pericolo per le persone. Dunque vanno disattivati. Di fronte a considerazioni di questo genere vanno in secondo piano tutte le altre motivazioni, pro o contro lo spegnimento delle lampade votive. Considerazioni che comunque sono state fatte e oggi saranno riproposte: chi è contro lo spegnimento afferma, per esempio, che si tratta perfino di interruzione di pubblico servizio.

C’è poi l’aspetto amministrativo della questione: un appalto assegnato più di mezzo secolo fa (era il 1962) era scaduto sia nella sua durata decennale, sia nela sua proroga altrettanto decennale, e dunque dal 1982 almeno, Martina Franca è completamente fuori da ogni logica con quell’appalto. Bisogna farne uno nuovo. Bisogna rimarcare che nessuno, in oltre trenta anni, si è preso il fastidio di provvedere al nuovo appalto. Che ora vi si metta mano, non può essere certo un motivo di lamentela. Si torna semplicemente nelle regole. Né è responsabilità dell’appaltatore, ovviamente, la situazione che si è creata. Doveva farsi parte attiva il Comune e, tranne qualche tentativo, non lo ha fatto, finora.

Comunque, il provvedimento odierno è, parole del sindaco, legato alla sicurezza prima ancora che alle vicende amministrative. Si poteva fare diversamente: di sicuro, le alternative non mancano. Chi ha la responsabilità della sicurezza pubblica, comunque, ha deciso così.

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