Omicidio plurimo colposo, la condanna è fino a quindici anni di carcere, oltre a quattro anni di sospensione della patente. Questo rischia A. C., il venticinquenne di Martina Franca che domenica alle due circa del pomeriggio, guidando l’Alfa Romeo 147 che aveva in prestito, tentando (secondo la ricostruzione dei carabinieri) il sorpasso ad un’altra Alfa Romeo 147 e facendolo in una zona non consentita e a velocità superiore ai limiti, ha preso in pieno la Renault Clio guidata da Santuzza Minischetti, cinquantenne di Locorotondo, insegnante di matematica al liceo “Tito Livio” di Martina Franca. La donna è morta e con lei suo figlio ventenne, Piero Scatigna. Ferito grave il marito della donna, Giovanni Scatigna di 50 anni; sta per essere dimesso dall’ospedale il figlio piccolo, Sergio, 16 anni. Feriti più lievi per gli occupanti delle Alfa Romeo.

Ricostruzione dei carabinieri e rischi di condanna per il tipo di accusa formulata (in base all’articolo 589 del codice penale) sono pubblicati nell’edizione odierna del Quotidiano secondo cui, una volta ancora, si evidenzia che A. C. non era ubriaco. I carabinieri di Locorotondo, guidati nella soluzione di questo caso dal luogotenente Benedetti, rimarcano la negatività ai test alcologico e tossicologico ai quali A. C. è stato sottoposto.

Sulla base di tutti questi elementi il giudice barese Antonino Lupo, che coordina le indagini, dovrà procedere alle accuse che riterrà di dovere formulare.

(foto: fonte vivilastrada.it)

8 pensiero su “Incidente Locorotondo: guidatore Alfa non ubriaco. Cosa rischia”
  1. apprezzo ogni giorno di più la delicatezza che avete usato nell’affrontare questo brutto incidente!!! senza inventare e senza opinioni personali ma affidandovi sempre a quelli che sono i riscontri. Grazie!!!!

    1. Grazie per il suo intervento e per le attestazioni di stima. Ora sarebbe facilissimo fare i primi della classe ma è opportuno chiarire che ognuno sta tentando di fare il lavoro con le informazioni in suo possesso. Mi consta personalmente. Ci siamo anche confrontati, io e i colleghi di altri giornali, notiziari online, tv, per mettere insieme un racconto veritiero. Posso assicurarle che nessun giornalista ha inventato nulla. La questione dell’alcoltest, tanto per rimanere a ciò che abbiamo raccontato oggi, è una ridda di voci che si susseguono da giorni e, non posso rivelarle ulteriori particolari e le chiedo di fidarsi, chiunque finora ha raccontato la storia, parlando di negatività o positività, l’ha detta giusta. Perché la situazione, nel corso delle ore, si è evoluta con indicazioni assolutamente difformi fra loro. Né per responsabilità di chi ha effettuato gli esami, né per responsabilità di chi ha raccontato la cosa. Creda, è una storia estremamente complicata da descrivere, quella dell’incidente di domenica. In oltre trent’anni che faccio questo lavoro, di rado ho trovato tali difficoltà nel ricostruire una vicenda. Questo vale per me e per chiunque altro. Dunque, attribuiamo a tutti la stessa serietà di approccio alla cosa, perché è così. Le chiedo di nuovo, mi creda. Intanto mi prendo il bellissimo complimento che condivido con i collaboratori di questo notiziario. Grazie. (agostino quero)

      1. comprendo ed apprezzo il suo savoir faire!!! Su questioni così delicate e a suo dire complicate bisognava agire con assoluta cautela, abbiamo già molti mostri veri e non c’è alcuna necessità di crearne di nuovi, spero lei saprà capire l’esigenza di chi vuole che venga punito, senza pietà, solo l’autore o gli autori di questa terribile tragedia, non vogliamo un altro caso Scazzi, processo che si è concluso prima sui giornali e nelle tv che sui banchi del tribunale.

  2. vogliamo nome e cognome di questi ragazzi…è ora che i delinquenti siano resi noti..basta nasconderli!

    1. Grazie per il suo intervento. I carabinieri non hanno diffuso nomi ma solo iniziali. Quando avremo modo di sapere l’identità delle persone coinvolte nell’incidente le pubblicheremo. Nessuno nasconde nessuno. Qui, peraltro, i delinquenti saranno ritenuti tali solo dopo il pronunciamento delle autorità competenti. Dunque io non posso accettare quella sua terminologia. Pensi che se avessi aderito a ragionamenti come il suo, domenica sera io avrei dovuto scrivere il nome e il cognome di uno che non c’entrava niente, il titolare dell’auto. Lo vado dicendo da giorni: calma. Stiamo raccontando le cose così come si susseguono. Com’è nostro diritto e com’è nostro dovere. (agostino quero)

    2. è ovvio che se si scrive che due martinesi giocavano a sorpassarsi con due Alfa 147 e che il loro gioco ha messo fine alla vita due persone, la conseguenza più logica è avere il commento che abbiamo letto sopra!! se, invece, come vado ripetendo da giorni purtroppo non capìta, si descrivono solo i fatti, certi, forse e dico forse non si avrebbe questo clima da morte all’untore!!! Tutti bravi e moralisti quando si deve giudicare gli altri, salvo poi trasformarci in tanti Mr. Hide, quando siamo al volante!!!

  3. Giovanni, vogliammo i nomi dei “colpevoli” per farne cosa? questa è stata anche una tragedia per i familiari di quei ragazzi che sicuramente hanno avuto la notizia come un macigno sulle spalle.
    Resta il fatto che non ci sono giustifiche a tale evento ma da cittadini, aspettiamo che gli organi di competenza facciano il loro corso..colpevoli?! “pagheranno”…

    Bravo Quero professionista serio!

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