Avevo deciso di non rispondere alle critiche che artatamente compaiono dopo un evento. Il successo di Perbacco che vicoli è stato così eclatante che qualcuno ha dovuto inventarle. Tuttavia è necessario un intervento a difesa di tutti coloro che si sono impegnati per la sua riuscita.

Premesso che non voglio fungere da palla da ping pong nell’agone politico della città. Questa manifestazione non avrà mai un colore politico, cosa che è successo a Noci e che ne ha messo in discussione l’ultima edizione. Partiamo da un elemento essenziale: Perbacco che vicoli non è costato un solo centesimo alla comunità. Le prime critiche sono arrivate da qualche ristoratore, guarda caso dai più sfigati, ovvero quelle anime in pena che continuamente cambiano gestione, aprono e chiudono gastronomie. Quei cosiddetti ristoratori che piangono da vent’anni, uno di questi del centro storico. Quei ristoratori ai quali abbiamo spesso evitato la gogna mediatica quando dei controlli dei Nas hanno fatto emergere cose indicibili per non rovinare tutto il settore della somministrazione locale. Proprio questi signori hanno parlato di mancati controlli sanitari dei somministratori delle sagre. Falso.  Tutti avevano una Dia sanitaria. Tutti avevano personale con la certificazione HACCP. Tutti erano muniti di guanti durante la somministrazione. Quello che viene venduto è sicuramente sicuro visto che vendono tanto e devono continuamente approvvigionarsi. Noi abbiamo scelto i migliori professionisti del settore e ciascuno di loro aveva una propria insegna. I dati nazionali dello Street Food che hanno superato in preferenza da parte degli italiani le attività tradizionali sono  sotto lo sguardo di tutti. Non si possono fare paragoni con gli ambulanti di San Martino. Non bisogna fare di tutta un’erba un fascio. A Martina Franca ci sono ristoranti  di prestigio, guarda caso erano tutti pieni prima e durante la manifestazioni. A pranzo c’erano tanti turisti venuti per Perbacco che hanno riempito le sale. Ed eravamo a metà novembre. Una nota dolente è che molti ci chiedevano dove prendere un caffè dopo il pranzo. A questi abbiamo risposto che a Martina è vietato prenderlo dall’1 alle 4, in quanto tutti i bar sono chiusi. Qualcuno per acquistare una bottiglietta d’acqua è dovuta ricorrere a quelle macchinette automatiche che erogano un po’ di tutto.

Perbacco che vicoli è una opportunità, soprattutto in questo periodo. C’è chi ha saputo coglierla ed ha fatto affari d’oro e chi si è messo sull’uscio della porta a controllare il lavoro che facevano gli altri, a criticarlo e a piangersi addosso. Alessia Semeraro è una commerciante d’abbigliamento che ha una attività in Corso Messapia. Ci ha ringraziati telefonicamente perché domenica ha stravenduto. Solo lei ed un’altra erano aperte in quella via. Questa è un’altra storia. C’è chi preferisce riposarsi in quei momenti nei quali ci sarebbe da lavorare. I commercianti di Noci, nell’incertezza che quest’anno la loro manifestazione non potesse svolgersi, l’hanno difesa a spada tratta. Loro sanno cogliere l’opportunità. Eppure, rispetto al passato Martina è cresciuta, soprattutto nell’ospitalità. La maggior parte dei commercianti ha messo a disposizione i propri bagni ed ha rimediato alla figuraccia dei bagni chiusi. Sono stati loro gli eroi di questa edizione. Le critiche? Sono naturali. Certo, sono poco credibili quando a farle sui social è la sorella di uno che fa eventi e che ha i suoi ‘interessi’. E’ poco credibile se le fa l’addetto stampa di un politico della parte avversa alla amministrazione corrente. Però, ho apprezzato la pronta reazione a questi signori da parte della gente, tale da far cambiare i loro giudizi. Questa manifestazione è piaciuta alla gente, ai turisti, ai forestieri. Forse un po’ meno al prete che preferiva l’astronave spaziale davanti alla basilica rispetto uno stand in legno o al solito piagnucolone che si lamentava del gazebo quando abusivamente sotto il porticato mette di più e di tutto, ostruendo vie e strade di fuga e occupando anche gli spazi altrui.

Ora, non so se questa esperienza potrà ripetersi. Ci sono ampi margini di miglioramento. Il mio sogno è quello di far arrivare a Martina gente da tutta Italia magari a passare un weekend a vantaggio di tutta la città, non solo delle attività del centro. Questo sogno è possibile ma occorre una programmazione e tutti sappiamo che in questa città è difficile farla per tempo. Magari tutto ritornerà allo stato naturale dopo che una pietra viene gettata in uno stagno. Lascio di nuovo la parola ai saccenti ed ai critici di professione, ma mi sono tolto un pelo dallo stomaco.

Antonio Rubino

9 pensiero su “I soliti noti: critici per professione”
  1. Caro direttore, non guardi i critici xche con loro non si cresce mai,piuttosto la risposta della gente che si è divertita. Martina ha bisogno di queste e altri manifestazioni x ritornare a recitare un ruolo di primo piano nel comprensorio e in Puglia che negl’ ultimi anni purtroppo aveva perso.in bocca al lupo x la prossima edizione.

  2. Congratulazioni, Antonio Rubino, senza se e senza ma. Un prete sull’altare qualche sera fa ha detto: Martina Franca è una Città strana,se qualcuno fa qualcosa invece di essere apprezzato viene attaccato e criticato, ovviamente si riferiva ad una piccola parte di martinesi “antichi”. Vai avanti per la tua strada, Atonio, per realizzare le tue idee non hai bisogno di governanti della Città “amici”. Insieme a questa Amministrazione avete dato un buon esempio.

  3. Antonio, ricorda sempre , l’invidia è una brutta bestia. purtroppo di invidiosi ce ne sono molti , e non essendo capaci di fare altro , sparlano e criticano anche l’incriticabile . Complimenti per la capacità che metti nel tuo lavoro.

  4. Credo che chi giudica obbiettivamente quello che è successo non possa che valutare positivamente l’organizzazione della manifestazione ed il fatto stesso che in un periodo morto si sia riuscita a far venire tanta gente nella nostra città.
    Personalmente non sono un entusiasta del mangiar per strada, ma se la gente apprezza questo genere di manifestazioni ben venga chi le sa organizzare.
    Quindi le faccio i complimenti e la invito ad accettare le critiche (sperando che non siano offensive), perché ritengo che sia fisiologico che una manifestazione che ha interessato in vario modo tutto il centro storico faccia qualche scontento, specialmente in una città dove lamentarsi sempre sia lo sport paesano più di successo. Anche quest’estate c’era sempre qualcuno che si lamentava e trovava pretesti, qualunque cosa venisse organizzata.

    P.S.: non che sia fondamentale ma si scrivere “togliersi un peso dallo stomaco” non un “pelo dallo stomaco”

  5. Non era fortunatamente un peso, ma proprio un pelo in quanto questa volta era piuttosto leggero

  6. Un plauso va fatto agli organizzatori manifestazione bella e interessante….. un piccolo consiglio se permettete. … se ci sarà una seconda edizione di farla nelle gnostre di tutto il centro storico formando un percorso cosi da evitare affollamenti…… Bravi ancora

    1. Sarebbe un modo per far conoscere meglio il centro storico, ma chissà che nelle stradine strette non si creino intasamenti ancora maggiori.

  7. Ti faccio i miei più sinceri complimenti pubblicamente dopo averteli fatti privatamente.Mi hanno raccontato del successo e dell’impeccabile organizzazione.Il tuo brand è sinonimo di efficacia ed efficienza. Bravo Antonio

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