“Va doverosamente specificato che non si è ritenuto di indicare l’IRAP nel conto economico ma piuttosto nei conti d’ordine nella sottovoce Altri Rischi della voce Rischi assunti dall’impresa. Detta appostazione è stata eseguita perché si ritiene l’imposta illegittima e si sta procedendo alla redazione degli atti necessari per contestarne l’applicabilità. In ogni caso, il calcolo dell’IRAP consente di determinarla in via prudenziale in euro 530.000,00 circa la cui rilevazione nel conto economico avrebbe le conseguenti ricadute sul risultato di esercizio”.

Così si esprime la Tradeco, che in sede di bilancio aziendale 2012, con una corretta esposizione, dice in sostanza: ritengo l’Irap illegittima. Adesso si tratterà di verificare, venendo al caso di Martina Franca, se in sede di controllo sui dati di costo riguardanti il personale, siano state rispettate le tabelle ministeriali in tema di Irap, quale costo da erogare al gestore del ciclo dei rifiuti. E questa verifica andrà fatta dagli uffici comunali e dai revisori dei conti comunali, per capire il percorso Irap, che assieme agli altri meandri andrà a confluire nel tributo Tares pagato dai cittadini.

E di seguito, il quesito che ci è stato posto da un lettore che evidentemente, le carte se le è lette e ci pone una questione:

L’IRAP è stata istituita con D.Lgs. 446/1997 ed ha sostuito l’ILOR, il Contribuito per il Servizio Sanitario Nazionale, la tassa sulla Partita IVA ed altri tributi minori. Il contributo al Servizio Sanitario Nazionale si versava prima all’INAM (Istituto Nazionale Assistenza Malattia) e poi soppresso questo all’INPS, con l’istituzione dell’IRAP la contribuzione è passata alle Regioni. La base imponibile per le società è costituita dalla differenza tra il valore della retribuzione (lettera A del Conto Economico del Bilancio) ed i costi della produzione (lettera B del Conto Economico) eccetto i costi del personale e gli accantonamenti e le svalutazioni. Non rientrando, come detto, i costi del personale nei costi della produzione ai fini della individuazione della base imponibile IRAP è evidente che questi costi sono colpiti da tale imposta, nè poteva essere diversamente visto che l’IRAP sostituisce principalmente il Contributo per il Servizio Sanitario Nazionale. La suprema Corte di Cassazione si è più volte pronunciata sull’inapplicabilità dell’IRAP sulle attività professionali dotate di scarsa organizzazione, ma non è si è mai pronunciata sull’inapplicabilità dell’IRAP sulle attività d’impresa soprattutto per quelle imprese dotate di una normale organizzazione. Nei bilanci Tradeco dal 2007 al 2012 è detto chiaramente che non viene imputata l’IRAP a Conto Economico e di conseguenza non riconosce alcun debito nei confronti dellaRegione per L’IRAP perchè ritenuta illegittima, per un valore di circa € 500.000 per ogni anno per un totale di circa 3 milioni di euro. Il comma 3 bis dell’art. 86 del Testo Unico sugli appalti prevede che il costo del lavoro è determinato, in apposite tabelle, dal Ministro del Lavoro, Per quanto attiene il servizio rifiuti (igiene ambientale) le tabelle sono state pubblicate con D.M. 26-02-2013 in tali tabelle vi è l’IRAP sul costo del personale. Nella sostanza il Comune di Martina Franca alla TRADECO paga l’IRAP, ma la Tradeco la paga?”

11 pensiero su “Costo Tares: capire il percorso dell’Irap”
  1. Ahhhh…questa si che mi è piaciuta, concordo al 100%.
    Ma anche se fosse così, l’Agenzia delle Entrate scrive e la manda la cartella…poi so cavoli…

    1. Per il momento so cavoli nostri….. La cartella non può partire dall’agenzia delle entrate perchè la Tradeco non la dichiara l’Irap

  2. Complimenti al lettore ed al direttore di questa testata. Cioè, se non ho capito male, la Tradeco evade l’IRAP e per l’importo di circa 3.000.000? E la Guardia di Finanza dov’è? E la Regione Puglia dov’è? E l’Agenzia delle Entrate dov’è? Ed oggi, il comune di Martina Franca conosce questa situazione e ritengo debba interessare immediatamente i predetti organismi a tutela delle casse della Regione e della correttezza dell’appalto. E poi si parla di piano di rientro della sanità a discapito della salute dei cittadini.

  3. La Tradeco, pur non occupandosi della riscossione delle somme
    necessarie per finanziarie la propria attività, riceve dal Comune di Martina fondi che per natura sono vincolati allo svolgimento del servizio di raccolta dei rifiuti solidi urbani e che hanno come finalità quella di assicurare l’equilibrio economico-finanziario dell’investimento e della connessa gestione.
    Voglio dire che tali fondi, reperiti tassando i cittadini, vengono assegnati proprio per coprire (anche) i costi di esercizio (art. 61 del D.Lgs. n. 507/1993) che, come tali, sono comprensivi di ogni onere o spesa(cfr. Circolare Agenzia delle Entrate n. 40/E-III-5-921 del 17 febbraio 1996, Direzione centrale fiscalità locale).
    Pertanto, la TARSU pagati dai martinesi alla Tradeco, che avrebbe dovuto consentire di assicurare l’equilibrio economico-finanziario dell’investimento e della connessa gestione, sotto ogni profilo, ivi incluso quello della copertura degli oneri fiscali, tra cui l’IRAP, SONO STATI EVIDENTEMENTE DESTINATI AD ALTRI FINI.
    Siamo di fronte a un vaso di Pandora!

  4. La Tradeco, al pari di tutte le società che si aggiudicano appalti, risponde direttamente se non dichiara. Infatti, il committente,privato o pubblico, può chiedere solo il Durc che attesta la regolarità contributiva della ditta oppure può chiedere il regolare pagamento dell’Iva sulle fatture corrisposste o, da poco, il regolare pagamento delle ritenute sui dipendenti impiegati nell’espletamento dell’appalto. Per l’Irap potrà fare qualcosa solo dopo che l’agenzia delle entrate contesterà l’omessa dichiarazione Irap o il parziale versamento della stessa con avviso bonario e conseguente Cartella esattoriale. Solo allora l’amministrazione pubblica potrà negare il pagamento delle fatture alla ditta sulla base delle pendenze che questa avrà, in seguito al comportamento tenuto con l’Irap, con equitalia.

    1. Si tratterebbe di manacata dichiarazione con conseguente mancato versamento, soggetto ad accertamento. Non di solo mancato versamento a cui, di regola, fa seguito l’avviso bonario e poi la cartella di pagamento equitalia.

    2. Grazie per il suo intervento. Ha fatto bene a rimarcare questo aspetto perché ci consente di dare ulteriore luce alla cosa. Va detto una volta ancora che la Tradeco ha comunque evidenziato, con correttezza, cosa ne sia stato delle sue pratiche Irap: le ritiene illegittime. Non ha omesso le comunicazioni, insomma. (agostino quero)

  5. Questi ulteriori aspetti, dai dirigenti e assessori al bilancio e lavori pubblici, sono stati valutati? Qui non solo si sta male valutando l’impegno tares sui cittadini, ma stiamo facendo gestire un appalto pubblico ad una società in totale difformità alla normativa sugli appalti pubblici..

  6. Ignazio, vedi che ho detto che l’agenzia delle entrate contesterà o l’omessa dichiarazione irap o, in caso di sua presentazione con dati inesatti o versamenti parziali, il carente versamento. Comunque, né io né tu o l’amministrazione pubblica locale ha gli strumenti per accertare se è stata presentata la dichiarazione irap o se i dati in essa indicati siano veritieri. Anzi, neanche se uno conosce qualcuno all’agenzia delle entrate può avere informazioni in merito alla dichiarazione irap della Tradeco perchè il funzionario dell’agenzia che dovesse accedere nella posizione di questa società lascerebbe una traccia e sarebbe perseguibile se non ha alcun ordine di servizio che gli impone di entrare nella posizione della Tradeco. Nel 2006 dei funzionari berlusconiani dell’agenzia delle entrate persero il posto di lavoro perchè entrarono abusivamente nella posizione del contribuente Prodi privi di un ordine di servizio in tal senso. Non possiamo pretendere da una parte l’applicazione della legge da parte dei funzionari comunali per la Tares e dall’altro essere sportivi quando si tratta di accertare eventuali illegalità da parte delle ditte che lavorano col nostro comune.

    1. Gianniprimo, non attribuisca attività che non mi appartengono. Se si afferma qualcosa, lo si fa su dati oggetto di pubblicità legale, come i bilanci accessibili presso le CCIAA. Non vi è bisogno di commettere illeciti, come lei vuol far credere. La nota integrativa, elemento componente il bilancio, è un documento accessibile a tutti e dal tenore letterale della stessa, che risponde alla prima parte di quanto sopra riportato nell’articolo, io desumo che la dichiarazione non riporta i dati IRAP. A me non appartiene recarmi dall’amico dell’agenzia delle entrate per spiare gli altri.

  7. Ignazio, io mi sono limitato a dire esattamente quello che io, lei e l’amministrazione comunale può fare nei confronti della Tradeco relativamente alla eventuale omessa presentazione della dichiarazione irap o omesso versamento di tale tributo. Nessuno si è sognato di muoverle accuse su attività che Lei dice che non le appartengono (e chi ha detto il contrario). Chi ha detto che lei va dall’amico dell’agenzia per spiare gli altri? Anche perchè non credo ci siano tanti dipendenti dell’agenzia così stupidi aa fare una cosa simile a rischio del posto di lavoro. Non ho letto la nota integrativa della Tradeco e, comunque, una società può anche non dover accantonare nulla di Irap se in perdita o se le deduzioni del personale dipendente siano tali da azzerare il valore della produzione su cui si calcola l’Irap. Ci sono tante società con decine di dipendenti che non accantonano nulla di Irap perchè in perdita importante. Non so se sia il caso della Tradeco e, comunque, ritengo che il comune non possa far nulla fino all’intervento di equitalia contro questa scelta della Tradeco. Ritengo che non sia il caso di aggiungere ulteriore confusione in quanto è già tanta quella che c’è.

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