Troppo antibiotico nella salsiccia di maiale refrigerata. Scatta l’allerta in Italia per presenza di  Sulfadimetossina oltre i limiti: Non risulta conforme ai parametri di sicurezza alimentare

A comunicarlo è Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, associazione ormai punto di riferimento per la sicurezza alimentare in Italia, che viene segnalata la presenza di antibiotici superiori a livelli dei parametri di sicurezza alimentare, in prodotti alimentari e quindi dannosi per la salute.

Facendo seguito ad una nota, del 10 gennaio, del RASSF (Rapid Alert System for Food) per quanto riguarda il mercato italiano e con riferimento a prodotti di interesse veterinario tra le esportazioni italiane in altri Paesi che sono state oggetto di allerta sanitaria, vi è la salsiccia di maiale refrigerata prodotta in Italia. Nell’insaccato è stata riscontrata la presenza di livelli di residui di farmaci veterinari (sulfadimetossina) superiori al LMR (Limite Massimo di Residui). La scoperta è avvenuta durante un ispezione da parte del servizio veterinario competente per territorio durante un controllo ufficiale sul mercato. Secondo il rapporto di audit, il prodotto non risulta conforme ai parametri di sicurezza alimentare. La Sulfadimetossina per uso veterinario, è utilizzata nel trattamento delle malattie batteriche sistemiche, respiratorie, gastrointestinali e dell’apparato locomotore, sostenute da batteri Gram positivi e Gram negativi sensibili.

Non è la prima volta – ricorda D’Agata – in stragrandissima maggioranza i prodotti sono realizzati da animali sottoposti in massa a trattamenti antibiotici perché altrimenti morirebbero. Infatti sono costretti a vivere nei propri stessi escrementi in allevamenti intensivi, cioè in luoghi chiusi in cui gli animali vengono ammassati a centinaia e più spesso a migliaia. Per questo uso spropositato di antibiotici sugli animali, ricordiamo che in Italia il 71% degli antibiotici venduti è destinato agli animali (dati Ema), gli allevamenti intensivi sono dei veri e propri bacini di produzione di batteri antibiotico-resistenti, che minacciano anche la salute pubblica.

 

Di Evelina Romanelli

Evelina Romanelli è nata a Martina Franca, laureata in Lettere presso l'Università di Bari con una tesi sul comparto manifatturiero della cittadina della Valle d'Itria. Il lavoro diventa libro "Il Made in Italy in Valle d'Itria", presentato a Milano, capitale della moda. La passione per la scrittura l'avvicina nel 2013 all'editoria, anno in cui comincia la sua collaborazione con il gruppo PugliaPress, dai siti online (Martinasera, PugliaPress, Invalleditria) ai cartacei (Pugliapress e Voce del Popolo) e non ultima la trasmissione televisiva Piazza Pulita. Sua la cura dei libretti da sala per il Festival della Valle d'Itria e la redazione di una recente storia sul dancing La Rotonda. Concretizza il suo lavoro con il conseguimento del tesserino da giornalista pubblicista nel 2015. Attiva collaboratrice della Fondazione Nuove Proposte Culturali, per cui segue i comunicati stampa per le manifestazioni organizzate, è addetta stampa del Comitato Centro Storico di Martina Franca. Definisce il suo rapporto con la scrittura "Un'intima relazione d'amore in cui le mani hanno il potere di leggere il cuore" .

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