Ieri in consiglio comunale, al momento di parlare di sanità pubblica nel nostro territorio (argomento iscritto all’ordine del giorno) c’era solo la maggioranza. Alcuni consiglieri così hanno evidenziato in senso negativo l’assenza degli avversari ma poi la terminologia è andata un po’oltre, visto che si è parlato di gazebo e petizione e inutili allarmismi e lo stesso sindaco è stato della partita.

Nel giro di pochi secondi, al cronista sono giunte le telefonate e gli sms e i commenti di chi a quella petizione ha preso parte o l’ha organizzata, e anche del figlio di chi si è battuto per decenni, nel volontariato, per una sanità pubblica rispettosa del cittadino. Tutta questa gente ci è rimasta male.

Poi sono arrivate le correzioni di tiro e le affermazioni di critica solo verso le opposizioni assenti dal dibattito consiliare.

Ora, il gazebo e la petizione non c’entrano con le opposizioni consiliari. C’entrano con duemila persone che hanno firmato e hanno espresso le loro preoccupazioni per il depotenziamento al quale assistono (anche se non è scritto ma avviene di fatto) del sistema sanitario pubblico nel nostro territorio.

I gazebo e la petizione non sono inutili allarmismi: sono gli sforzi di chi si è messo a raccogliere le firme, e chi ce le ha messe, la sera durante la festa di quartiere o la mattina a 35 gradi sotto il sole, al mercato o davanti all’ospedale. Sono partecipazione popolare rispetto a un tema che preoccupa il popolo. Lo preoccupa molto. Le affermazioni, definiamole sfortunate, di ieri pomeriggio in aula consiliare è giusto che trovino una possibilità di correzione con un confronto fra chi le ha pronunciate e chi ha organizzato quella petizione, per il semplice fatto che arrivare a questo livello di polemica finisce solo per indebolire la posizione della comunità martinese nel contesto regionale, a difesa dei rispettivi ospedali. E in tutta la Puglia ci sono iniziative di difesa, ciascuno per il suo territorio. Litigare qui serve solo a favorire il depotenziamento. Dunque un bel confronto, che i consiglieri protagonisti di quelle parole ieri faranno bene a chiedere quanto prima agli organizzatori della petizione, è l’unica maniera per superare i problemi, evitabilissimi, che si sono creati.

4 pensiero su “Sanità: a che serve una petizione”
  1. Tutto quello che è di sinistra non si può contestare. Il presidente della regione, l’assessore alla Sanità della regione, il presidente della commissione sanità della regione, e avanti così.
    Scatta il soccorso rosso e si attacca il prosciutto sugli occhi.

  2. quello che stiamo vedendo in questi giorni ci fa capire che siamo allo sbando più totale, la tares, la sanità ci manifestano una giunta che non sa fare!!!
    A quale scopo il sindaco Ancona è andato a parlare con la Gentile? sicuramente perchè anche lui avverte (o avvertiva) un problema sanità a Martina, e come mai avendo la possibilità di dimostrare alla Gentile il vero malcontento della città, portando il frutto della nostra petizione, non ha voluto approfittare di questo? mi chiedo se quell’andata (se c’è stata) era solo per mettere a tacere gli animi!!! Lo scivolone fatto ieri è di quelli che non si dimenticano!!! Dire che abbiamo creato inutili allarmismi e successivamente dire che si voleva dare la colpa alle opposizioni (?), significa o aver preso un colpo di sole e non sapere quello che si dice, oppure non capire nulla ed allora è inutile che siedano in quel consesso!!! Vorrei dire ai consiglieri Lafornara e Cervellera e al nostro sindaco, che proprio perchè non era strumentale alla polita la nostra petizione, che una parte dell’opposizione, senza inutili pubblicità, e senza venire ai gazebo, sta firmando e facendo firmare.

  3. Penso che, giunti a questo punto, alle ferie di Merico, Mandina e dell’opposizione, vadano aggiunte quelle assolutamente necessarie di una maggioranza stressata e cotta, in preda ad una crisi di nervi che ha colpito prima il Sindaco e ha poi contagiato i suoi strenui difensori dell’indefendibile.
    A Torre Canne ci sono parecchie case ancora sfitte….

  4. a parte il sarcasmo quotidiano che leggo,mi pare giusto che chi ha lavorato e anche bene,prenda un periodo di ferie.a meno che oltre a non volerli fare andare in ferie,chiediamo anche ai consiglieri,che prendono una miseria di gettone,poi parliamo di costi della politica,che lascino tutto in beneficienza.

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