I pugliesi, in questo momento di crisi, non spendono e crescono i risparmi. E’ stato effettuato uno studio sui depositi in Puglia attingendo dal centro studi Confartigianato Imprese Puglia, dai dati noti si evince un risparmio annuo di circa 51 miliardi di euro, custoditi sotto forma o di conti correnti o di buoni fruttiferi o di certificati di deposito o di assegni bancari interni o ancora di depositi cauzionali costituiti da terzi. Sono i dati che ci danno conferma di quanto detto che vede la provincia di Bari capolista con un amento di depositi pari al 6,7% confronto allo scorso anno, seguita da Barletta più 5,8%, Taranto più 4,5%, Foggia più 3,4%, Lecce più 3,2% e infine Brindisi con un 2,3%. In un anno,da gennaio 2012 a gennaio scorso, i depositi sono cresciuti del 4,8 per cento. Una percentuale in controtendenza rispetto ad altre regioni italiane, dove la capacità di accumulare risparmio si è ridotta a causa dell’acuirsi della crisi. In Puglia, da 48 miliardi 717 milioni di euro si sale a 51 miliardi 41 milioni. L’incremento è di due miliardi 324 milioni. Stiamo dunque diventando piccole formiche parsimoniose, che gli italiani fossero un popolo di risparmiatori era cosa già nota, è chiaro che si ha paura di spendere o investire in una situazione di incertezza economica come quella l’Italia intera sta vivendo da ormai qualche anno e che non accenna ad attenuarsi. Se dunque le famiglie “tiran la cinghia” in attesa di tempi migliori, l’altra faccia della medaglia vede le Amministrazioni Pubbliche riportare, sempre nell’ultimo anno, una variazione percentuale negativa del 39,7% che in termini monetari significa una riduzione di depositi di circa 634 milioni di euro in meno confronto al 2012. Non sarà dunque il caso di rivedere le spese pubbliche? Risparmiare però non è un bene almeno non in economia, si possono avere conseguenze negative sul tessuto produttivo locale. Un grande economista britannico, John Maynard Keynes, sosteneva che: “ogni volta che risparmiate cinque scellini, togliete a un uomo il lavoro di una giornata”. Dunque, quando possiamo, spendiamo qualche spicciolo in modo che il denaro venga messo in ri-circolo nel grande circuito dei movimenti spesa e acquisti.
