Dimissionari ma senza poter andare a casa. Dimissionario ma non può uscire di galere. Fra la maggioranza di centrosinistra alla Provincia di Taranto e il presidente dimissionario dell’ente, a parte il guaio giudiziario capitato a Gianni Florido e che poi genera questo caos amministrativo, non si sa chi è più in confusione.

Il prefetto è l’unico ad averla fatta giusta, per ora, nominando un commissario per la Provincia di Taranto, a causa della sospensione di Florido. E non per le sue dimissioni. Infatti, le dimissioni del presidente divengono efficaci e definitive solo dopo venti giorni dalla presentazione. E se Florido dice ai giudici di farlo uscire dal carcere perché tanto si è dimesso, beh questo ragionamento per venti giorni rischia di non valere.

Ed ecco cosa ha fatto la sua (ex) maggioranza: si sono dimessi, quelli di Pd e Sel. Numero complessivo superiore alla metà dei consiglieri, dunque siamo nelle condizioni dello scioglimento del consiglio provinciale.

E invece no: perché se non l’hanno fatto apposta, hanno preso un granchio incredibile, quelli di Pd e Sel. Infatti le dimissioni devono essere contestuali, per arrivare a costiruire il numero sperato. Invece i consiglieri dei due gruppi hanno presentato in momenti diversi, le dimissioni. Col risultato che, al momento, quelli di Pd e quelli di Sel saranno surrogati dai primi dei non eletti. Altro che scioglimento.

Certo, tutto si potrà concludere in due modi: o si dimettono tutti insieme i sostituti, o trascorrono i venti giorni dalle dimissioni di Florido che non le ritira.

Ma nel caos più totale, il centrosinistra alla Provincia di Taranto ha saputo metterci quest’altra ciliegina, quella delle procedure, sulla torta indigesta per troppi aspetti, alla popolazione.

Stavolta non ci sono i martinesi di mezzo: come già affermammo qualche giorno fa, c’è da dirsi perfino fortunati, che le elezioni provinciali 2009 videro bocciati tutti i candidati di Martina Franca.

 

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