Tra veterani, professionisti e nuove promesse: chi merita davvero le chiavi della città in Regione?
A Martina Franca la campagna elettorale è cominciata, anche se in modo più sommesso del solito. Niente comizi in piazza: sono cose d’altri tempi. Oggi la politica si fa nei comitati, nei teatri e nelle sale d’albergo, dove si parla a pochi ma buoni e ogni frase finisce sui social. La piazza resta ai commenti, alle battute, alle discussioni tra un caffè e l’altro.
In mezzo a tutto questo, la domanda è sempre la stessa: “A chi affidereste le chiavi della città in Regione?”
Donato Pentassuglia – il veterano che non molla mai
Donato Pentassuglia, consigliere regionale uscente del PD, è un punto fisso della politica martinese e pugliese. Viene dal mondo dei sindacati e ha costruito negli anni una carriera solida, fatta di presenza, metodo e conoscenza delle istituzioni. A Martina lo conoscono: non serve chiamarlo, arriva da solo.
Gianfranco Chiarelli – l’avvocato tra politica e impresa
Gianfranco Chiarelli, avvocato stimato ed ex parlamentare, ha ricoperto ruoli di peso, tra cui quello di commissario straordinario della Camera di Commercio di Taranto e Brindisi. Profilo istituzionale, equilibrio e risultati: parla poco e lavora molto, con credibilità presso cittadini e imprese.
Giacomo Conserva – la Lega che si intreccia con l’Udc
Giacomo Conserva, consigliere regionale uscente, corre con la Lega ma condivide il simbolo di lista con Chiarelli, espressione dell’UDC. Una convivenza che può sembrare insolita, ma che allarga il bacino: due pubblici diversi in un unico contenitore. Alla fine, come si dice in città, uno passerà e l’altro lo spingerà.
Qualcuno – senza fare nomi – in questi cinque anni si è visto poco, se non adesso, tra comitati nuovi e manifesti lucidi. E i martinesi, su questo, hanno buona memoria.
Renato Perrini – il macinatore di voti e difensore della sanità
Renato Perrini è stato il più suffragato della scorsa legislatura e capogruppo di Fratelli d’Italia. Ma più dei numeri conta il suo impegno sulla sanità: ospedali, pronto soccorso, diritto alla salute. Presenza costante, ascolto e intervento: è la sua cifra.
“Non si vota uomo o donna: si vota la persona che ti rappresenta.”
Quest’anno preferirebbe correre da solo, senza abbinamenti: coerenza con una linea che a Martina piace perché parla di sostanza.
Carlo Zito – la promessa dei giovani
Carlo Zito è il candidato più giovane e parla ai giovani con l’autorevolezza di chi ha già lavorato davvero: ingegnere, al lavoro da quando aveva 15 anni, oggi guida un’impresa di successo. Preparato, serio, concreto, poco slogan e molti fatti.
Alle sue spalle c’è Michele Marraffa, imprenditore esperto e commissario cittadino di Forza Italia: una garanzia di metodo e organizzazione. Per molti, Zito potrebbe rappresentare la promessa di questa tornata.
Giuseppe Serio – la voce verde di Martina
Giuseppe Serio, in lista con Alleanza Verdi e Sinistra, porta coerenza e attenzione a ambiente, mobilità e qualità della vita. Una candidatura che dà pluralismo e richiama un elettorato sensibile alla tutela del territorio.
Grazia Lillo – la politica come scelta personale
Grazia Lillo (Fratelli d’Italia) E’ l’unica senza lavoro e se lo sta trovando nella politica. Presenza di lista, più comunicativa che operativa: completa il mosaico, ma resta ai margini della corsa principale, in quanto davanti a lei ha Perrini oltre ad altri candidati tarantini
Tra discrezione e pronostici: quanti seggi per Martina?
Facciamo i conti senza fare i nomi: molto probabilmente i seggi martinesi saranno tre. E sì, si può immaginare chi siano i più votati, ma per discrezione non lo diciamo. L’obiettivo resta chiaro: Martina punta a tre consiglieri regionali.
E attenzione all’outsider giovane, voluto proprio dai giovani: potrebbe essere la sorpresa che sposta gli equilibri.
C’erano una volta i comizi
«I tempi dei comizi in piazza sono finiti: ora la campagna elettorale si fa nei comitati, nei teatri o nelle sale d’albergo, dove tutto è più circoscritto ma anche più registrato.»
Come vengono assegnati i seggi regionali in Puglia
In Regione Puglia ci sono 50 consiglieri più il presidente eletto.
Di questi, 29 seggi vanno alla coalizione che vince e 21 a chi perde. È il cosiddetto premio di maggioranza, che serve a garantire stabilità a chi governa.
I voti vengono prima conteggiati provincia per provincia: ogni lista ottiene seggi in base alla percentuale di voti raccolti sul territorio.
Poi entrano in gioco i cosiddetti “resti”, cioè i voti che non bastano per un seggio pieno ma che vengono recuperati a livello regionale per completare la distribuzione.
Questo significa che ogni voto conta, anche quelli dati a chi non supera il quoziente nella propria provincia.
Per una città come Martina Franca, tutto si gioca sui voti di lista e sulle preferenze personali: chi prende più consensi nel suo schieramento entra, chi resta indietro — anche di poco — rischia di restare fuori.
In sostanza:
- la coalizione vincente avrà più seggi (29 su 50);
 - i seggi vengono ripartiti tra le province in base alla popolazione;
 - e dentro ogni lista, entrano i più votati, cioè quelli che hanno preso più preferenze reali.
 
Ecco perché, a Martina, si dice che i posti sicuri saranno tre, ma tutto dipende dai numeri finali.
La domanda finale (senza giri di parole)
Alla fine, tutto si riduce a una scelta semplice: chi ha lavorato davvero, chi è stato presente, chi ha capacità amministrative e professionalità dimostrate. Il resto sono chiacchiere.
A chi affidereste le chiavi della città in Regione? La risposta, come sempre, la daranno i martinesi: con la penna, con la memoria e con la testa, ma eviteremmo chi non ha nè arte nè parte e cerca un posto di lavoro in politica.



