19/11/2025

Renato Perrini sempre accanto alla sua gente

Renato Perrini sempre di casa a Martina Franca
Renato Perrini sempre di casa a Martina Franca

Il candidato alle Regionali di Fratelli d’Italia nella provincia di Taranto, consigliere regionale uscente e capogruppo nell’ultima legislatura: una presenza quotidiana, non di circostanza.

Renato Perrini sempre di casa a Martina Franca. È una frase che negli ultimi giorni sentiamo ripetere spesso, ma chi vive a Martina Franca sa bene che non è un’invenzione da campagna elettorale. È semplicemente la verità. Perrini, oggi candidato alle Regionali per Fratelli d’Italia nella nostra provincia, è uno che il nostro territorio non lo ha mai lasciato solo. C’era prima, c’è adesso, continuerà a esserci.

Renato Perrini da sempre di casa a Martina Franca
Renato Perrini

Sono dieci anni che lavora come consigliere regionale. Cinque di questi li ha vissuti come capogruppo di Fratelli d’Italia. Un ruolo che avrebbe potuto spingerlo dietro una scrivania, tra atti, riunioni e formalità. Invece Perrini ha scelto la strada che porta sempre alle persone: una politica fatta di presenza, continuità, ascolto. Una politica che non arriva all’ultimo minuto e non usa il territorio come un palcoscenico, ma come una casa da curare ogni giorno.

La sanità è stata il cuore del suo impegno. In questi anni ha conosciuto tutti i reparti che soffrono, tutti i corridoi che per troppi cittadini sono diventati luoghi di attesa, angoscia, speranza. Ha camminato negli ospedali non per farsi vedere, ma per capire cosa non funziona, per ascoltare medici e famiglie, per raccogliere storie che non trovano spazio nei comunicati ufficiali. La gente, questo, lo ha visto.

La vicenda del nuovo ospedale San Cataldo è esemplare. Quando molti assicuravano che sarebbe stato pronto nei tempi previsti, Perrini continuava a dire che non sarebbe andata così. Non si trattava di pessimismo, ma di documenti, sopralluoghi, verifiche fatte di persona.

Alla fine i fatti gli hanno dato ragione, e la sua reazione ha colpito tutti: non ha festeggiato, non ha esibito il risultato. Ha parlato di “vittoria amara”, perché la sua speranza era vedere il territorio finalmente dotato di una struttura nuova, efficiente, moderna. Un ospedale che invece continua a rimanere bloccato tra promesse e ritardi.

Lo stesso spirito lo si è visto nella questione dell’UTIN, la Terapia Intensiva Neonatale del SS. Annunziata. Un reparto che per una mamma significa sicurezza e per un neonato significa vita. Quando è emerso che, nonostante la sua presenza formale, non fosse realmente operativo, Perrini è stato tra i primi a usare parole chiare: un reparto può risultare aperto sulla carta e allo stesso tempo non essere in grado di funzionare come dovrebbe. Una verità detta con responsabilità, senza toni drammatici ma con assoluta onestà verso le famiglie.

Grottaglie è stato un altro punto centrale delle sue battaglie. Non per difendere un campanile, ma per un principio semplice: una rete sanitaria regge solo se ogni nodo è forte. Indebolire un ospedale significa indebolire un’intera provincia. Perrini lo ha ripetuto ovunque, anche a Martina Franca, ogni volta che veniva ascoltato da associazioni, operatori sanitari e cittadini.

Ma il tratto che colpisce di più in Perrini non è solo ciò che ha fatto, ma il modo in cui l’ha fatto. Non si è mai tenuto lontano dalle persone. Chi lo ha cercato lo ha sempre trovato. Chi gli ha scritto o telefonato, anche in orari improbabili, ha ricevuto una risposta. Chi gli ha chiesto un sopralluogo ha visto arrivare lui, non un comunicato stampa.

In questi giorni, mentre la provincia vive un clima pre-elettorale intenso, si vede una cosa curiosa: Perrini non è dovuto “ritornare”. Non è uno di quei politici che riappaiono dopo anni di silenzio. Lui non se ne è mai andato. È questo a riempire le sale ovunque vada, non l’entusiasmo dell’ultimo minuto, ma la continuità dimostrata nel tempo.

È importante, in queste settimane, ricordare anche un aspetto tecnico della scheda regionale.

La legge permette di esprimere due preferenze, purché una sia per un uomo e una per una donna della stessa lista. Si tratta di una possibilità, non di un obbligo. Ed è utile saperlo, perché in molti casi distribuire le due preferenze significa dividere il peso del voto. Quando un elettore ha un punto di riferimento preciso, una persona che ritiene più competente o più meritevole, indicare un’unica preferenza permette di non disperdere la scelta. È un modo semplice per evitare che il candidato più forte, o quello che ha lavorato di più sul territorio, possa essere penalizzato da un voto diviso.

La credibilità, del resto, non nasce all’improvviso. Non si inventa in un mese. Cresce con gli anni, si costruisce un episodio alla volta. E a Martina Franca, così come nel resto della provincia ionica, i cittadini hanno avuto modo di osservare Perrini da vicino. Hanno visto il suo modo diretto, la sua trasparenza, la sua costanza. Hanno visto un uomo che non ama i riflettori e che non ha mai inseguito la frase ad effetto. Hanno visto un politico che nei momenti delicati è sempre venuto di persona, e questo, nel tempo, fa la differenza.

È per questo che oggi il suo nome circola con naturalezza in tanti discorsi quotidiani. Non perché qualcuno lo impone, ma perché la gente riconosce chi non si è mai nascosto. Chi ha lavorato anche quando non conveniva. Chi ha affrontato problemi scomodi senza voltarsi dall’altra parte. Chi è rimasto accanto alla sua gente, davvero.

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