Di seguito un comunicato diffuso dal consigliere comunale Martino Carrieri:

La Giunta comunale sceglie di mantenere l’ufficio del Giudice di Pace, dopo aver dato l’assenso per confermare anche il Tribunale nei giorni scorsi.

Bene, anzi benissimo.

E’ chiaro il segnale che viene lanciato non solo alla classe forense ma alla cittadinanza intera: nonostante le gravissime difficoltà, economiche, sociali e occupazionali caratteristiche del momento storico che stiamo vivendo, questa Amministrazione vuole che Martina Franca giochi comunque in attacco, puntando al suo rilancio e alla sua centralità e non rinunciando ad alcuna funzione che tuteli i cittadini.

Proprio quando altri si schierano a favore dell’abusivismo e della continuità rispetto al passato, noi decidiamo di difendere la legalità ed il rispetto delle norme, perché non siano più l’eccezione, ma finalmente la regola.

E , ovviamente, in questo processo lungo e difficoltoso che ci sta vedendo protagonisti, non potevamo abbandonare al proprio destino le sedi in cui la funzione giudiziaria viene esercitata.

La salvaguardia della sicurezza pubblica e della giustizia non ammette deroghe, anche se teoricamente giustificabili dalla revisione della spesa imposta dal Governo centrale.

Certo, questo comporta un importante sacrificio dal punto di vista gestionale (con lo spostamento di 3 unità) ed economico, ma il risparmio di 25000 euro (questa sì che si chiama “spending review”!!) che potremmo ottenere dislocando gli uffici del Giudice di Pace in altra sede (magari nel nuovo Centro Servizi, se il Ministero ce lo permettesse) renderebbe l’operazione meno gravosa, con piena soddisfazione per tutti: operatori del settore, imprese e, soprattutto, cittadini.

 

 

Un pensiero su “Giudice di pace: Carrieri”
  1. Il Centro Servizi è nato con una destinazione specifica per il tessile ed è stato realizzato beneficiando specifici finanziamenti pubblici.
    Ora servirebbe il cambio di destinazione per farne un uso diverso.
    Il,cambio di destinazione potrebbe comportare la perdita dei finanziamenti con aggravio delle casse comunali.
    In ogni caso una destinazione diversa da quella per il quale è stato realizzato significherebbe il fallimento di chi lo ha voluto e fatto progettare in quella maniera.

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